Io mi vaccino

Io mi vaccino: la campagna vaccinale in Sicilia

Domenica 27 dicembre 2020 è la data simbolica scelta dall'Unione Europea per l'avvio della campagna vaccinale contro il Covid-19: una data storica, destinata ad essere ricordata come l'inizio della fine di una pandemia che mette a dura prova i sistemi sanitari, le economie mondiali e le vite umane. La Sicilia ha intrapreso tempestivamente, in armonia con l'Ue e secondo le indicazioni del piano strategico ministeriale, la campagna vaccinale che durerà almeno 12 mesi, necessari per vaccinare quel 70 per cento della popolazione individuata come soglia minima da raggiungere per determinare l’immunità di gregge.

Qui la lista di chi può vaccinarsi:
  • Personale docente e non docente delle scuole;
  • I cittadini con età pari o superiore ad 80 anni (compresa tutta la classe 1941);
  • Personale Aziende Sanitarie (ivi incluso personale convenzionato interno e non dipendente, che lavora all'interno delle AA.SS.PP. e delle Aziende Ospedaliere, informatore scientifico del farmaco e dei dispositivi, personale afferente alle ditte che assicurano servizi esternalizzati, pulizia, cucina, manutenzione, antincendio, etc.);
  • Operatori assunti per la gestione dell’emergenza Covid-19;
  • Medici dell’emergenza territoriale, operatori del 118 e associazioni di volontariato convenzionato per le eccedenze;
  • RSA e Residenze per anziani: ospiti e personale;
  • MCA che operano in regime convenzionale con la Regione;
  • Laboratori analisi privati in possesso di autorizzazione regionale per la processazione dei tamponi molecolari per la ricerca della Sars-CoV2; MMG e PLS;
  • Operatori sanità privata (AIOP e ARIS etc.);
  • Medici iscritti al corso di medicina generale;
  • Medici specializzandi;
  • Studenti iscritti al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, di odontoiatria e altre professioni sanitarie che effettuano tirocinio formativo presso strutture sanitarie del SSR;
  • Personale medico specialista convenzionato c.d. esterno con il SSR;
  • Odontoiatri iscritti agliAlbi degli Odontoiatri provinciali della Sicilia;
  • Collaboratori MMG, PLS e Odontoiatri;
  • Medici liberi professionisti;
  • Altro personale sanitario e sociosanitario non ricompreso nelle categorie sopra riportate;
  • Farmacisti;
  • Personale Medico in quiescenza.
  • Rientrano sempre nella fase 1 gli “estremamente vulnerabili” (e i loro familiari o caregiver):
    • pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive;
    • pazienti con grave compromissione polmonare o marcata immunodeficienza;
    • pazienti con immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico;
    • pazienti oncologici e oncoematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure;
    • pazienti in lista d'attesa o trapiantati di organo solido;
    •  pazienti in attesa o sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche dopo i tre mesi e fino ad un anno;
    • pazienti trapiantati di cellule staminali emopoietiche anche dopo il primo anno, nel caso che abbiano sviluppato una malattia del trapianto contro l'ospite cronica, in terapia immunosoppressiva.
    • la categoria dei portatori di disabilità grave, disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art.3 comma 3, loro familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa.
  • A seguire il Ministero della Salute ha previsto la diversificazione di categorie sulla base di criteri anagrafici e presenza di patologie, per favorire un prosieguo della campagna vaccinale quanto più rapido ed equo possibile in tutte le regioni italiane:
    • Fase 2: Persone di età compresa tra 65 e 79 anni
    • Fase 3: Persone di età compresa tra i 60 e i 64 anni
    • Fase 4: Persone con comorbidità di età inferiore ai 60 anni, senza connotazione di gravità riportata per la elevata fragilità.
    • Fase 5: Resto della popolazione di età inferiore ai 60 anni fino ai 16 anni.
 

Sono coinvolti tutti i centri vaccinali della regione,  a cui vanno ad aggiungersi le squadre sanitarie che vaccineranno a domicilio i cittadini che non possono muoversi autonomamente.

La profilassi è gratuita e interamente a carico del servizio sanitario nazionale. Di seguito le principali informazioni per chi vuole saperne di più (vai alle FAQ) consultando fonti ufficiali per contrastare la disinformazione e la diffusione di fake news sull'argomento.

Ecco la mappa dei centri vaccinali attivi in Sicilia

 

Cliccare sulla cartina per accedere all'elenco per singola provincia

Come prenotarsi

Vai sul sito www.siciliacoronavirus.it e segui le istruzioni. Per la prenotazione è sufficiente la tessera sanitaria e il codice fiscale della persona che intende vaccinarsi. E' possibile individuare, in base al proprio CAP, la sede vaccinale più vicina e scegliere la data e l’orario in base alle disponibilità.

Si può effettuare la prenotazione anche tramite Call Center telefonando al numero verde 800 00.99.66 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 09:00 alle 18:00 (escluso sabato e festivi)

Si può inoltre prenotare inviando un SMS con il codice fiscale al numero 339.9903947 attivato da Poste Italiane
Entro 48-72 ore si viene ricontattati  per procedere alla scelta del luogo e della data dell’appuntamento.
Il servizio è attivo 24 ore su 24 e non presenta costi aggiuntivi.

 

Per i soggetti estremamente vulnerabili sarà possibile prenotare il vaccino anti Covid contattando il proprio medico di medicina generale o inviando una mail all' ASP territorialmente competente. Di seguito gli indirizzi di posta elettronica a cui rivolgersi:  

  • ASP Agrigento vaccini.covid@aspag.it
  • ASP Caltanissetta vaccinazioniaspcaltanissetta@asp.cl.it
  • ASP Catania  vaccino.covid@aspct.it
  • ASP Enna  comunicazioni.vaccinicovid@asp.enna.it
  • ASP Messina  prenotazioni.anomalie@asp.messina.it
  • ASP Palermo  help.vaccinifiera@asppalermo.org
  • ASP Ragusa  team.helpcittadino.vaccini@asp.rg.it
  • ASP Siracusa  vaccinazionecovid@asp.sr.it
  • ASP Trapani  vaccinicovid@asptrapani.it

Categoria 5 - 8 Anni

Da oggi in Sicilia è possibile prenotare la prima dose del vaccino anti Covid-19 anche per i bambini dai 5 agli 11 anni, così come previsto dal  Ministero della Salute in tutta Italia. Le somministrazioni verranno effettuate da giovedì 16 dicembre nei 65 punti vaccinali pediatrici distribuiti in tutte le province dell’Isola, nei quali sono stati predisposti accessi e corsie riservate ai più piccoli. Il giorno della somministrazione del vaccino i bambini dovranno avere 5 anni compiuti. 
Lo rende noto l’Assessorato della Salute della Regione Siciliana.
La prenotazione può essere effettuata collegandosi alla piattaforma governativa (prenotazioni.vaccinicovid.gov.it) predisposta da Poste Italiane, oppure attraverso il sito www.siciliacoronavirus.it, da dove è possibile scaricare altresì la modulistica relativa alla vaccinazione.
Il giorno della vaccinazione è necessario che sia presente anche uno solo dei genitori/tutori legali, il quale dovrà dichiarare di avere informato l’altro genitore.
Il vaccino previsto per i bambini dai 5 agli 11 anni è Comirnaty (BioNTech/Pfizer), nella formulazione specifica approvata da Aifa, con un dosaggio ridotto a circa un terzo rispetto a quello per gli over 12. Anche per i bambini è prevista la somministrazione di una seconda dose, a distanza di tre settimane dalla prima.

Qui si trovano i moduli da scaricare e portare compilati al centro di vaccinazione.

Categoria 12 - 79 Anni

I cittadini dai 12 ai 79 anni di età (a partire dall'anno 2009), cioè coloro (esclusi i soggetti estremamente vulnerabili) a cui è rivolta la somministrazione del vaccino Astrazeneca  secondo le normative nazionali vigenti, possono prenotare il vaccino anti Covid-19.

Qui si trovano i moduli da scaricare e portare compilati al centro di vaccinazione.

Categorie estremamente vulnerabili

I cittadini dai 16 anni in su considerati soggetti estremamente vulnerabili secondo la classificazione riportata dalle normative nazionali vigenti (clicca qui per visualizzarne l'elenco), possono prenotare il vaccino anti Covid-19.

Nel caso di minori estremamente vulnerabili non vaccinabili a causa della mancanza di sieri indicati per la loro fascia di età, si procederà alla vaccinazione dei genitori, tutori o affidatari che dovranno inviare un'autocertificazione del proprio status alle mail dedicate predisposte dalle Asp.

Qui si trovano i moduli da scaricare e portare compilati al centro di vaccinazione.

 

Persone con più di 80 anni

I cittadini con età pari o superiore ad 80 anni (compresa tutta la classe 1941) possono prenotare il vaccino anti Covid-19

Per i cittadini non deambulanti che non possono recarsi autonomamente nei centri vaccinali, è possibile usufruire del servizio di vaccinazione a domicilio.

Qui si trovano i moduli da scaricare e portare compilati al centro di vaccinazione.


Disabili gravissimi

La Sicilia è tra le prime quattro regioni italiane ad avviare la campagna vaccinale anti Covid in favore dei disabili gravissimi. Viene stabilito che a beneficiarne sono tutti i cittadini iscritti negli elenchi speciali che ricevono già l'assegno di cura del fondo di cui al DP Reg. Siciliana n. 589 del 31 agosto 2018 e i loro familiari e caregiver. Non è necessaria la prenotazione tramite piattaforma digitale o call center, è compito delle Asp competenti per territorio contattare gli utenti e stabilire i criteri di vaccinazione.


Report Vaccini Anti COVID-19


F.A.Q.

Il vaccino con tecnologia mRNA induce l'immunità fornendo a cellule umane esclusivamente le istruzioni per produrre un frammento del virus, la proteina Spike, che indurrà la produzione di anticorpi specifici verso il virus SARS-CoV-2.

Con questi vaccini, quindi, non viene somministrato alcun virus, né vivo, né attenuato, e la sola proteina spike non può causare infezione o malattia.

Come si svolge la campagna vaccinale in Sicilia? Il ministero della Salute ha indicato per tutte le regioni italiane quattro fasi, ma non i tempi che potranno variare in base alla disponibilità dei vaccini e al numero di sanitari impegnati.

Se si è residenti nel territorio siciliano e si desidera chiedere il vaccino in questo momento iniziale, poiché non sono disponibili dosi per tutta la cittadinanza, bisogna innanzitutto far parte delle categorie abilitate a riceverlo 

Secondo quanto riporta l'Istituto italiano di Sanità "L' American College degli Ostetrici e Ginecologi raccomanda che i vaccini COVID-19 siano offerti alle donne che allattano in base ai gruppi di priorità visto che le preoccupazioni teoriche riguardanti la sicurezza della vaccinazione non superano i potenziali benefici di ricevere il vaccino. Non è necessario evitare di iniziare o interrompere l'allattamento al seno nelle donne che ricevono un vaccino COVID-19. Non sono disponibili dati specifici sulla sicurezza dei vaccini durante l'allattamento al seno, né sugli effetti dei vaccini a mRNA sul bambino allattato. Secondo il documento “COVID-19: consenso inter-societario su allattamento e vaccinazione” firmato da SIN (Società Italiana di Neonatologia), SIP (Società Italiana di Pediatria), SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale), SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), AOGOI (Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), la vaccinazione COVID-19 attualmente va giudicata come compatibile con l’allattamento".

La risposta è No. Chi si è vaccinato contro il Covid si stima che possa essere immune dal virus non prima che siano trascorsi 30 giorni. In questo periodo occorre osservare tutte le restrizioni e continuare a indossare la mascherina. In caso contrario ci si può ammalare o si può comunque costituire veicolo di contagio, infettare e trasmettere la malattia. Da vaccinati, dunque, si può ancora contagiare e non si può andare in giro come se si fosse sicuri al 100%

Si tratta di dubbi ampiamente diffusi, ma fugati da medici ed esperti: il vaccino va somministrato a tutti i cittadini, anche a chi è già risultato positivo. Non è possibile comunque stabilire con certezza quanto duri la protezione del sistema immunitario dopo il contagio, è dunque opportuno che anche chi è già stato contagiato una prima volta sia in seguito vaccinato.

L'obbiettivo del vaccino mRNA (molecola di acido ribonucleico messaggero) è stimolare il sistema immunitario a produrre una risposta contro un agente esterno, come qualsiasi altro vaccino, creando le condizioni affinché le cellule di difesa dell'organismo, in caso di incontro con il virus, possano rispondere efficacemente, neutralizzandolo.

I vaccini a mRNA non sono diversi dagli altri, l'unica differenza risiede nel modo in cui stimolano il sistema immunitario: alle cellule sono fornite le informazioni necessarie -sotto forma di mRNA- per costruire la proteina "spike" del virus che, una volta assemblata ed espulsa dalla cellula, viene riconosciuta dal sistema immunitario, che produce così gli anticorpi capaci di riconoscere il virus. Si tratta di un approccio nuovo. Oltre all'mRNA, che rappresenta l'agente principale, nelle fiale vi sono sali, zuccheri e lipidi che servono per stabilizzarlo e conservarlo. Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici. In chi si è vaccinato e viene esposto al contagio virale, gli anticorpi così prodotti bloccano le proteine Spike e ne impediscono l’ingresso nelle cellule.

Oltre ad essere altamente efficaci, una delle proprietà più importanti dei vaccini ad mRNA è la loro versatilità: cambiando la sequenza dell'mRNA sarà infatti possibile creare nuovi vaccini su misura in base ad eventuali cambiamenti.

No. Per tutti i vaccini autorizzati dall'EMA sono previste due dosi che saranno somministrate a distanza di un periodo l' una dall'altra. L’efficacia riscontrata dagli studi clinici si riferisce ad alcuni giorni dopo la seconda dose. Il massimo della protezione si ha, quindi, dopo questo periodo. Sebbene anche dopo la prima dose è verosimile che ci sia una certa protezione dal virus, questa non è immediata, ma si sviluppa progressivamente dopo almeno 7-14 giorni dall'iniezione.

I dispositivi di protezione delle vie respiratorie (meglio conosciuti come mascherine) devono essere obbligatoriamente indossati sia quando si è all’aperto, sia quando si è al chiuso in luoghi diversi dalla propria abitazione, fatta eccezione per i casi in cui è garantito l’isolamento continuativo da ogni persona non convivente. L’obbligo non è previsto per:

  • bambini sotto i 6 anni di età;
  • persone che, per la loro invalidità o patologia, non possono indossare la mascherina;
  • operatori o persone che, per assistere una persona esente dall’obbligo, non possono a loro volta indossare la mascherina (per esempio: chi debba interloquire nella L.I.S. con persona non udente).

Inoltre, non è obbligatorio indossare la mascherina, sia all’aperto che al chiuso:

  • mentre si effettua l’attività sportiva;
  • mentre si mangia o si beve, nei luoghi e negli orari in cui è consentito;
  • quando si sta da soli o esclusivamente con i propri conviventi.

Per quanto riguarda lo svolgimento dell’attività lavorativa e delle attività scolastiche, la mascherina è obbligatoria nelle situazioni previste dagli specifici protocolli di settore. È comunque fortemente raccomandato l'uso delle mascherine anche all'interno delle abitazioni private, in presenza di persone non conviventi.

No, al momento non esistono evidenze che gli animali da compagnia svolgano un ruolo epidemiologico nella diffusione all’uomo di SARS-CoV-2. Semmai, per l'ISS è vero il contrario. I nostri animali possono contrarre l’infezione attraverso il contatto persone infette e sviluppare occasionalmente la malattia. Pertanto, occorre adottare misure precauzionali in casa anche per gli animali, attraverso regole generali di igiene personale, degli ambienti e adottando comportamenti idonei da parte di chi li accudisce.

Ancora non è completamente chiarito: proprio per valutare l’andamento della memoria immunitaria un campione di vaccinati verrà seguito nel tempo. Studi clinici su altri coronavirus indicano che la protezione dovrebbe durare almeno 9-12 mesi.

La Sicilia - come altre regioni italiane, in particolare Lazio e Friuli Venezia Giulia, ha avviato la sperimentazione dei test salivari - con l'obiettivo di affiancare ai molecolari e ai tamponi rapidi, nuovi approcci per abbattere i tempi della diagnosi e prevenire il contagio.L’uso di questi strumenti, al momento ha valenza di studio per riscontrarne veridicità e attendibilità in raffronto all’utilizzo dei tamponi antigienici e molecolari.

Se questi ultimi costituiscono infatti lo standard con cui si diagnostica l’infezione, è anche vero che in un contesto di rapida crescita del numero di infezioni, la saturazione raggiunta dal sistema di tracciamento nelle regioni può diventare concausa dell’aumento dei contagi.Il sistema sanitario regionale ha messo in atto trial basati su meta analisi e solide evidenze scientifiche: così come con l'uso di tamponi rapidi, per i quali la Sicilia è stata prima in Italia, si lavora sul riscontro clinico, in linea con le indicazioni nazionali, dell'efficacia del test di amplificazione degli acidi nucleici della saliva che potrebbe costituire un fattore determinante nella lotta al Coronavirus, sia per la minore invasività del test, che può essere usato anche nei più piccoli, sia per la rapidità dell'esito. Di seguito riportiamo link dai quali ci si può correttamente informare circa la validità del percorso in atto.

In base alle priorità stabilite dal Piano Nazionale del Ministero della Salute, la Fase 1 della campagna vaccinale contro il COVID -19 prevede che anche in Sicilia siano vaccinati con priorità medici, farmacisti, operatori della sanità pubblica e privata, del 118, della medicina territoriale d’emergenza, dipendenti delle residenze per anziani, collaboratori di studi medici, specializzandi e studenti dei corsi di medicina generale. Nell'isola questa categoria conta circa 140 mila persone. Sempre nella prima fase rientrano gli anziani ultra ottantenni, che in Sicilia sono circa 340 mila. Secondo il piano ministeriale la prima fase deve essere completata entro il 31 marzo 2021. Dal primo aprile prenderà il via la seconda fase che durerà fino al 30 giugno 2021 e vedrà coinvolte le persone ultra sessantenni, coloro che soffrono di patologie pregresse o immunodeficienza e il personale scolastico ad alta priorità.

Al momento non esiste alcuna norma giuridica nell'ordinamento italiano che disponga l'obbligatorietà della vaccinazione contro il Covid-19. La sua somministrazione, qualunque sia il produttore, resta affidata al Servizio Sanitario Nazionale, nel rispetto dei principi di cui all'art. 32 della Costituzione italiana e del decreto legislativo n. 81/08, testo unico per la sicurezza sul lavoro.

La durata della protezione offerta dal vaccino non è ancora nota; sono tuttora in corso studi clinici volti a stabilirla. Come per tutti i vaccini, la vaccinazione con Comirnaty potrebbe non proteggere tutti coloro che lo ricevono. L'immunità, stimata al 95%, viene raggiunta solo dopo 7 giorni dalla somminaitrazione della seconda dose.

Le donne in gravidanza che sono ad alto rischio di complicazioni gravi da Coronavirus dovrebbero prendere in considerazione l’idea di sottoporsi a vaccinazione, valutando però con i sanitari che le assistono, i potenziali benefici e rischi. La scelta deve essere fatta caso per caso. Se una donna vaccinata scopre di essere in dolce attesa subito dopo la vaccinazione, non vi è alcuna evidenza in favore dell'interruzione della gravidanza. Nel caso in cui una donna dovesse scoprire di essere incinta “tra la prima e la seconda dose del vaccino può rimandare la seconda dose dopo la conclusione della gravidanza, eccezion fatta per i soggetti ad altro rischio. Infine, coloro che allattano possono essere incluse nell'offerta vaccinale senza necessità di interrompere l’allattamento". Queste sono le principali indicazioni del documento ad interim su “Vaccinazione contro il COVID19 in gravidanza e allattamento” elaborato dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’Istituto Superiore di Sanità, condiviso e sottoscritto dalle principali società scientifiche del settore. Arriva però dall'OMS l'indicazione di gruppo di esperti che raccomanda di "non somministrare il vaccino Moderna contro Covid-19 alle donne incinte, a meno che i benefici dell'immunizzazione non superino i potenziali rischi, come per le operatrici sanitarie, più esposte al virus, o per le future mamme con altre patologie che le mettono in particolare pericolo di forme gravi di Covid". Cosi si è espresso il Gruppo strategico di esperti (Sage) dell'Organizzazione mondiale della sanità sulle vaccinazioni, che ha emanato una serie di raccomandazioni preliminari sull'uso del secondo vaccino a mRna di Moderna, recentemente approvato.

L'obiettivo della campagna di vaccinazione della popolazione è prevenire le morti da COVID-19 e raggiungere al più presto l'immunità di gregge per il SARS-CoV2. La campagna è partita il 27 dicembre 2020, dopo l'approvazione da parte dell'EMA (European Medicines Agency) del primo vaccino anti COVID-19. Dopo una fase iniziale, che dovrà essere limitata, per il numero di dosi consegnate, essa si svilupperà in continuo crescendo. I vaccini saranno offerti a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità, che tiene conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità.

Potrà vaccinarsi presso il centro presso cui è in cura, o, in alternativa prenotare la vaccinazione tramite la piattaforma dedicata disponibile su siciliacoronavirus.it

Si, ma se in possesso di un codice di esenzione per patologia, potrà accedere alla prenotazione tramite portale, nei prossimi giorni.

Hanno diritto alla vaccinazione, al momento, solo gli "estremamente vulnerabili" identificati tramite codice di esenzione per patologia. Controlla l'elenco esenzioni del piano vaccinale (clicca qui Elenco Esenzioni) e prenota il tuo vaccino: o sul sito siciliacoronavirus.it, o al numero verde 800 00.99.66.

Puoi richiedere il codice di esenzione, o il rinnovo, rivolgendoti all’ASP territorialmente competente o in alternativa puoi richiedere di essere vaccinato inviando una mail all'indirizzo di posta elettronica dell’ASP territorialmente competente (vedi nota 1) alla quale allegare la certificazione del tuo status prodotta dal tuo Medico di Medicina Generale o dallo Specialista.

Nota 1: Indirizzi di posta elettronica dedicati alle prenotazioni dei vaccini delle Aziende Sanitarie Provinciali - Regione Siciliana 

  • ASP Agrigento        vaccini.covid@aspag.it
  • ASP Caltanissetta    vaccinazioniaspcaltanissetta@asp.cl.it
  • ASP Catania        vaccino.covid@aspct.it
  • ASP Enna        comunicazioni.vaccinicovid@asp.enna.it
  • ASP Messina        prenotazioni.anomalie@asp.messina.it
  • ASP Palermo        help.vaccinifiera@asppalermo.org
  • ASP Ragusa        team.helpcittadino.vaccini@asp.rg.it
  • ASP Siracusa        vaccinazionecovid@asp.sr.it
  • ASP Trapani        vaccinicovid@asptrapani.it

Può ricevere anche lui il vaccino, presentando specifica autocertificazione, al centro vaccini, lo stesso giorno in cui accompagna il suo assistito/familiare per la somministrazione del suo vaccino.

In questo caso, se sei il convivente di un soggetto "estremamente vulnerabile", per le seguenti categorie:

  • paziente in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive,
  • paziente con malattie autoimmuni - immunodeficienze primitive,
  • paziente con patologia oncologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure,
  • paziente con trapianto di organo solido e di cellule staminali emopoietiche, puoi ricevere anche tu il vaccino presentando specifica autocertificazione al centro vaccini lo stesso giorno in cui accompagni il tuo assistito per la somministrazione del suo vaccino.

Se, invece, sei il convivente di un soggetto "estremamente vulnerabile", ma che non rientra in alcuna delle sopracitate categorie, non puoi ricevere la vaccinazione in questa fase della campagna.

Basterà inviare una mail all’ASP territorialmente competente (vedi nota 1) con allegato il tuo codice di esenzione e sarai contattato per programmare la tua vaccinazione.

Nota 1: Indirizzi di posta elettronica dedicati alle prenotazioni dei vaccini delle Aziende Sanitarie Provinciali - Regione Siciliana 

  • ASP Agrigento        vaccini.covid@aspag.it
  • ASP Caltanissetta    vaccinazioniaspcaltanissetta@asp.cl.it
  • ASP Catania        vaccino.covid@aspct.it
  • ASP Enna        comunicazioni.vaccinicovid@asp.enna.it
  • ASP Messina        prenotazioni.anomalie@asp.messina.it
  • ASP Palermo        help.vaccinifiera@asppalermo.org
  • ASP Ragusa        team.helpcittadino.vaccini@asp.rg.it
  • ASP Siracusa        vaccinazionecovid@asp.sr.it
  • ASP Trapani        vaccinicovid@asptrapani.it

Basterà procedere a nuova prenotazione per categoria "estremamente vulnerabile", o in alternativa inviare una mail all’ASP territorialmente competente (vedi nota 1) allegando il tuo codice di patologia.

Nota 1: Indirizzi di posta elettronica dedicati alle prenotazioni dei vaccini delle Aziende Sanitarie Provinciali - Regione Siciliana 

  • ASP Agrigento        vaccini.covid@aspag.it
  • ASP Caltanissetta    vaccinazioniaspcaltanissetta@asp.cl.it
  • ASP Catania        vaccino.covid@aspct.it
  • ASP Enna        comunicazioni.vaccinicovid@asp.enna.it
  • ASP Messina        prenotazioni.anomalie@asp.messina.it
  • ASP Palermo        help.vaccinifiera@asppalermo.org
  • ASP Ragusa        team.helpcittadino.vaccini@asp.rg.it
  • ASP Siracusa        vaccinazionecovid@asp.sr.it
  • ASP Trapani        vaccinicovid@asptrapani.it

Un genitore / tutore / affidatario di un soggetto minore che appartiene agli "estremamente vulnerabili", può accedere alla vaccinazione inviando specifica autocertificazione inerente lo stato di famiglia a mezzo mail agli indirizzi di posta elettronica dell’ASP territorialmente competente (v. nota 1).

Nota 1: Indirizzi di posta elettronica dedicati alle prenotazioni dei vaccini delle Aziende Sanitarie Provinciali - Regione Siciliana 

  • ASP Agrigento        vaccini.covid@aspag.it
  • ASP Caltanissetta    vaccinazioniaspcaltanissetta@asp.cl.it
  • ASP Catania        vaccino.covid@aspct.it
  • ASP Enna        comunicazioni.vaccinicovid@asp.enna.it
  • ASP Messina        prenotazioni.anomalie@asp.messina.it
  • ASP Palermo        help.vaccinifiera@asppalermo.org
  • ASP Ragusa        team.helpcittadino.vaccini@asp.rg.it
  • ASP Siracusa        vaccinazionecovid@asp.sr.it
  • ASP Trapani        vaccinicovid@asptrapani.it

Puoi accedere alla vaccinazione inviando specifica richiesta a mezzo mail agli indirizzi di posta elettronica dell’ASP territorialmente competente (v. nota 1)

Nota 1: Indirizzi di posta elettronica dedicati alle prenotazioni dei vaccini delle Aziende Sanitarie Provinciali - Regione Siciliana 

  • ASP Agrigento        vaccini.covid@aspag.it
  • ASP Caltanissetta    vaccinazioniaspcaltanissetta@asp.cl.it
  • ASP Catania        vaccino.covid@aspct.it
  • ASP Enna        comunicazioni.vaccinicovid@asp.enna.it
  • ASP Messina        prenotazioni.anomalie@asp.messina.it
  • ASP Palermo        help.vaccinifiera@asppalermo.org
  • ASP Ragusa        team.helpcittadino.vaccini@asp.rg.it
  • ASP Siracusa        vaccinazionecovid@asp.sr.it
  • ASP Trapani        vaccinicovid@asptrapani.it

Chi ha avuto il Covid può fare il vaccino, in singola dose, tra tre a sei mesi dopo il contagio (linee guida Oms).

No, puoi vaccinarti presso la Regione in cui lavori come “personale scolastico e universitario, docente e non docente”, oppure nella tua Regione per fascia di età.

 

Ecco alcune delle risposte pubblicate sul sito dell'Aifa, con le informazioni dell'Ema sulle reazioni al vaccino Comirnaty, l'unico al momento ad essere somministrato in Sicilia.

"É iniettato per via intramuscolare, dopo diluizione, come ciclo di 2 dosi (da 0,3 ml ciascuna) a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra. La sede preferita è la regione deltoidea del braccio.

I soggetti che hanno ricevuto la prima  dose di Comirnaty devono ricevere una seconda dose dello stesso prodotto, non esistono infatti dati disponibili sull'intercambiabilità con altri vaccini. La vaccinazione deve essere rimandata nei soggetti affetti da uno stato febbrile acuto  o da un’infezione acuta. La presenza di un’infezione lieve o di febbre di lieve entità non deve invece comportare il rinvio della vaccinazione".

Secondo quanto riporta Aifa, ecco quali possono essere gli effetti indesiderati del vaccino, sulla base degli studi clinici effettuati: "Le reazioni avverse più frequenti nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni sono state: dolore in sede di iniezione, stanchezza, cefalea, una percentuale intorno al 30% dei vaccinati ha accusato mialgia e brividi, il 20% artralgia, piressia e tumefazione in sede di iniezione. Tali reazioni sono state generalmente di intensità da lieve a moderata e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione. Una frequenza leggermente inferiore di reazioni è stata associata ad un’età maggiore.

Tra gli effetti indesiderati molto comuni che "possono interessare più di 1 persona su 10: nel sito di iniezione dolore e gonfiore; stanchezza; mal di testa; dolore muscolare; dolore articolare; brividi, febbre. Sono effetti indesiderati comuni e possono interessare fino a 1 persona su 10: arrossamento nel sito di iniezione, nausea. Sono invece effetti indesiderati non comuni che possono interessare fino a 1 persona su 100: ingrossamento dei linfonodi; senso di malessere; dolore agli arti; insonnia; prurito nel sito di iniezione. Infine, come effetto indesiderato raro, che può interessare fino a 1 persona su 1.000 figura la asimmetria temporanea di un lato del viso".

Con la vaccinazione possono inoltre verificarsi reazioni correlate all'ansia, sincope vasovagale, iperventilazione o reazioni correlate allo stress, come risposta psicogena all’iniezione con ago. È importante dunque che vengano adottate precauzioni per evitare lesioni da svenimento. 

 

 

La durata della protezione offerta dal vaccino non è ancora nota; sono tuttora in corso studi clinici volti a stabilirla. Come per tutti i vaccini, la somministrazione potrebbe non proteggere tutti coloro che lo ricevono. L'immunità, stimata al 95%, viene raggiunta solo dopo 7 giorni dalla somministrazione della seconda dose. 

In seguito alla segnalazione di un nesso tra il vaccino prodotto da Astrazeneca e rari eventi collaterali trombotici, l'Agenzia Europea del Farmaco ha richiesto un ulteriore studio sul rapporto rischi-benefici. La circolare di aggiornamento che ne è seguita valuta i benefici superiori ai rischi e non sono individuati fattori di pericolo legati all'età. Leggi le dieci domande più frequenti sul farmaco anglo-svedese.

 

A chi è consigliato.  Il ministero della Salute ha stabilito che in Italia il vaccino contro il coronavirus di AstraZeneca è consigliato alle persone con più di 60 anni di età, fascia in cui si riscontrano minori rischi – già estremamente bassi – di soffrire di eventuali problemi circolatori. «Sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità da Covid-19 nelle fasce di età più avanzate è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni di età» - si legge nella circolare ministeriale - ma il farmaco è stato approvato a partire dai 18 anni di età. 

 

Quali sono i soggetti più a rischio? La  Commissione tecnico scientifica dell'AIFA nel parere allegato alla circolare del Ministero della Salute evidenzia: "l’associazione con gli eventi trombotici non è stata riscontrata in soggetti di età superiore a 60 anni, nei quali l’incidenza dei casi a seguito della vaccinazione risulta addirittura inferiore rispetto a quella attesa». I soggetti più a rischio sono dunque quelli che hanno un'età inferiore ai 60 anni. 

 

Si hanno più vantaggi o rischi nel vaccinarsi? Il rapporto beneficio/rischio del vaccino di AstraZeneca è «complessivamente positivo» in quanto il vaccino è «sicuramente efficace nel ridurre il rischio di malattia grave, ospedalizzazione e morte connesso al Covid-19». Attualmente «tale bilancio appare progressivamente più favorevole al crescere dell’età».

 

Chi ha ricevuto la prima dose deve fare la seconda? Chi ha ricevuto una prima dose  può completare il ciclo con lo stesso vaccino. «Al momento - si legge nel parere della Commissione tecnico scientifica - non esistono dati sul rischio correlato alla seconda dose, poichè è stata somministrata solo ad un numero limitato di soggetti».

 

Quali eventi avversi si sono manifestati? Gli eventi avversi ad oggi registrati consistono in episodi assai sporadici di coaguli di sangue e piastrine molte basse. Secondo gli esperti «la combinazione di coaguli di sangue e piastrine basse potrebbe essere collegata alla risposta immunitaria dell’organismo che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina. Come è stato spiegato dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, si tratta di «eventi trombotici in sedi inusuali ma straordinariamente rari», 86 casi su almeno 25 milioni di vaccinati. L’associazione con gli eventi trombotici «non è stata riscontrata nei soggetti di età superiore a 60 anni, nei quali l’incidenza dei casi a seguito della vaccinazione risulta addirittura inferiore rispetto a quella attesa». Lo evidenzia la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa nel parere allegato alla circolare. Paradossalmente il vaccino potrebbe persino avere un “effetto protettivo” per questa fascia di età.

 

Quali sono i sintomi delle reazioni avverse? E' importante riconoscere in maniera tempestiva i segnali degli eventi avversi legati alle trombosi. Infatti riconoscendo i segni precoci dei coaguli di sangue e delle piastrine basse e trattandoli precocemente, si possono evitare complicazioni. Utile prestare attenzione a fiato corto, dolore al petto, gonfiore delle gambe, persistente dolore addominale, mal di testa e vista offuscata.

 

Entro quanto tempo si manifestano? Ad oggi, la maggior parte dei casi di eventi trombotici rari è stata segnalata in soggetti di età inferiore ai 60 anni e prevalentemente nelle donne. Tali eventi sono stati osservati per lo più entro 14 giorni dalla prima dose di vaccino.

 

Gli altri tipi di vaccino provocano reazioni simili? Al momento non sono stati identificati analoghi segnali di rischio di eventi trombotici «per i vaccini a mRNA», ovvero quelli di Pfizer-BionTech e Moderna. Non è ancora possibile esprimere un giudizio, in merito ad altri vaccini che utilizzano piattaforme vaccinali virali.

 

Esistono trattamenti che possono prevenire le reazioni avverse? Alla luce dei dati disponibili, avverte la Cts, «non è possibile esprimere raccomandazioni circa l’individuazione di specifici fattori di rischio, e nel contempo non sono identificabili trattamenti preventivi degli episodi trombotici».

 

Lo stesso preparato viene confermato ovunque? No, ma la Commissione europea ritiene che manchino i presupposti per «fermare» la somministrazione della seconda dose di AstraZeneca e ha sollecitato gli Stati a mantenere «un approccio coerente» in materia di vaccinazioni.

Fake News

FALSO. Tutti i vaccini anche quelli contro il Sars-Cov-2 possono dare effetti indesiderati. Nel corso della sperimentazione sono state riscontrate reazioni comuni, già viste in altre vaccinazioni. In genere si tratta di febbre, prurito, eruzioni cutanee, nausea, mialgia. In casi rari possono manifestarsi reazioni più gravi. In tutti i paesi che hanno adottato il vaccino, però, Italia compresa, c’è un sistema di sorveglianza che raccoglie le segnalazioni. L'AIFA (Agenzia italiana del farmaco) svolge attività di vigilanza nella raccolta e valutazione delle segnalazioni spontanee di sospetta reazione avversa. È dotata di un Comitato scientifico, che per tutto il periodo della campagna vaccinale, supporterà l’Agenzia nella fase di impostazione delle attività, nell'analisi dei dati che saranno raccolti e nell’individuazione di interventi.

FALSO. Il vaccino con tecnologia mRNA induce l'immunità fornendo a cellule umane esclusivamente le istruzioni per produrre un frammento del virus, la proteina Spike, che indurrà la produzione di anticorpi specifici verso il virus SARS-CoV-2. Con questi vaccini, quindi, non viene somministrato alcun virus, né vivo, né attenuato e la sola proteina spike non può causare infezione o malattia.

FALSO. Da quanto si legge sul sito del Ministero della Salute: "sono disponibili dati limitati sulle persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti. Sebbene tali soggetti possano non rispondere altrettanto bene al vaccino, non sussistono particolari problemi di sicurezza. Secondo il Piano strategico le persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti dovranno essere vaccinate nelle prime fasi, in quanto maggiormente suscettibili di ammalarsi".

FALSO. "Le donne in gravidanza che sono ad alto rischio di complicazioni gravi da Coronavirus dovrebbero prendere in considerazione l’idea di sottoporsi a vaccinazione, valutando però con i sanitari che le assistono, i potenziali benefici e rischi. La scelta deve essere fatta caso per caso. Se una donna vaccinata scopre di essere in dolce attesa subito dopo la vaccinazione, non vi è alcuna evidenza in favore dell'interruzione della gravidanza. Nel caso in cui una donna dovesse scoprire di essere incinta “tra la prima e la seconda dose del vaccino può rimandare la seconda dose dopo la conclusione della gravidanza, eccezion fatta per i soggetti ad altro rischio. Infine, coloro che allattano possono essere incluse nell'offerta vaccinale senza necessità di interrompere l’allattamento". Queste sono le principali indicazioni del documento ad interim su “Vaccinazione contro il COVID19 in gravidanza e allattamento” elaborato dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’Istituto Superiore di Sanità, condiviso e sottoscritto dalle principali società scientifiche del settore.

Arriva però dall'OMS l'indicazione di gruppo di esperti che raccomanda di "non somministrare il vaccino Moderna contro Covid-19 alle donne incinte, a meno che i benefici dell'immunizzazione non superino i potenziali rischi, come per le operatrici sanitarie, più esposte al virus, o per le future mamme con altre patologie che le mettono in particolare pericolo di forme gravi di Covid". Cosi si è espresso il Gruppo strategico di esperti (Sage) dell'Organizzazione mondiale della sanità sulle vaccinazioni, che ha emanato una serie di raccomandazioni preliminari sull'uso del secondo vaccino a mRna di Moderna, recentemente approvato.

FALSO. La maggior parte dei vaccini anti Covid-19 richiedono il richiamo a distanza di 20 giorni circa. Ricevere la seconda dose è importante, perché senza di essa l'efficacia del vaccino è ridotta. La percentuale del 95% fornita dalle case farmaceutiche sull'efficacia del vaccino, ad esempio, si riferisce alla protezione attivata a partire dal settimo giorno dopo la seconda iniezione. Chi si è vaccinato contro il coronavirus, in particolare nell'intervallo di tempo tra una dose e l'altra, può comunque costituire veicolo di contagio, infettare e trasmettere la malattia, se non porta la mascherina. Da vaccinati, dunque, si può ancora contagiare e non si può andare in giro come se si fosse sicuri al 100%.

FALSO. Il compito dell’mRNA è solo quello di trasportare le istruzioni per la produzione delle proteine da una parte all’altra della cellula, per questo si chiama «messaggero». In questo caso l’RNA trasporta le istruzioni per la produzione della proteina utilizzata dal virus per attaccarsi alle cellule, la proteina denominata Spike. L’organismo grazie alla vaccinazione produce anticorpi specifici prima di venire in contatto con il virus e si immunizza contro di esso.

FALSO. Non c'è evidenza scientificha che suggerisca che le persone affette da celiachia sono maggiormente a rischio di sviluppare effetti indesiderati dalla somministrazione del vaccino contro il Corona virus Si raccomanda dunque che le persone affette da celiachia seguano le indicazioni delle Autorità di Sanità Pubblica rivolte ai cittadini.

FALSO. Secondo questa fake news diffusa in rete, si è più esposti al rischio di ammalarsi di polmonite dopo avere assunto un antinfiammatorio all’inizio della malattia. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) smentisce: “Attualmente non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19”, dicono gli esperti i quali specificano che “all’inizio del trattamento della febbre o del dolore in corso di malattia da COVID-19 i pazienti e gli operatori sanitari devono considerare tutte le opzioni di trattamento disponibili, incluso il paracetamolo e i FANS. Non ci sono ragioni per interrompere il trattamento con ibuprofene”, spiega l’Ema.

FALSO. I disinfettanti a base di cloro all’1% sono in grado di disinfettare le superfici distruggendo i virus, come assicurano l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).

FALSO. Non vi sono ancora dati sull’interferenza tra vaccinazione anti COVID e altre vaccinazioni, tuttavia la natura del vaccino suggerisce che sia improbabile che interferisca con altri vaccini. Una misura precauzionale può essere distanziare di un paio di settimane le due somministrazioni.

FALSO. Il vaccino è somministrato gratuitamente a tutta la cittadinanza non occorre pagare per averlo, solo rispettare i turni e attendere la chiamata. È fortemente sconsigliato cercare di procurarsi il vaccino attraverso canali diversi da quelli messi a disposizione dal sistema sanitario. I vaccini disponibili attualmente sono utilizzati solo nei presidi definiti dal Piano vaccini e non sono disponibili nelle farmacie o nel mercato privato. Cercare di procurarsi il vaccino per vie alternative o su internet costituisce un rischio: questi canali non danno garanzia sulla qualità del prodotto, che potrebbe essere inefficace o pericoloso per la salute.