POLICLINICO: ANGELO, PICCOLISSIMO PAZIENTE, TORNA A CASA DOPO UN IMPORTANTE INTERVENTO CHIRURGICO ALLA MANDIBOLA

Angelo (nome di fantasia) ha già tre mesi di vita e verrà dimesso oggi dal reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Azienda  Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco” di  Catania. E’ un bel regalo per mamma Paola e papà Alfio che si sono  affidati con speranza ai medici e adesso attendono con ansia il  momento in cui il piccolo sarà a casa, dopo mesi di trepidazione. Angelo, a soli 54 giorni di vita è stato sottoposto ad un  delicatissimo intervento di chirurgia maxillo facciale, eseguito per  la prima volta in Sicilia al Gaspare Rodolico da un’équipe  multidisciplinare di grande professionalità guidata da Alberto  Bianchi, direttore della UOC Chirurgia maxillofacciale dell’ospedale  S. Marco, affiancato dal direttore dell’UOC di Chirurgia Pediatrica  del Rodolico Vincenzo Di Benedetto e dalla direttrice dell’UOC  Anestesia e Rianimazione dello stesso presidio, Marinella Astuto e la  collaborazione del direttore dell’UOC di Otorinolaringoiatria Igo La  Mantia.
Il bimbo è nato in un altro ospedale catanese con una grave  malformazione alle mandibola, una forma complicata della “Sindrome di  Pierre Robin”, una patologia che può manifestarsi con diversi gradi di  serietà, caratterizzata in questo caso da un grande schisi-palato e  una mandibola molto piccola che costringevano la lingua ad una caduta  indietro con il conseguente rischio di soffocamento del piccolo. Tanto  che Angelo ha richiesto un’assistenza respiratoria immediata e  importante. Trasferito già a pochi giorni dalla nascita nell’Unità di  Terapia Intensiva Neonatale del San Marco diretta da Raffaele  Falsaperla, il neonato è stato sottoposto nell’immediato ad una serie  di prime manovre volte ad evitare interventi più invasivi. Settimana dopo settimana, le tecniche non hanno sortito quegli effetti  positivi che ci si augurava e così è stato necessario procedere con la  soluzione chirurgica, attentamente valutata e studiata dai medici, mai  eseguita in Sicilia in un paziente così piccolo. In pratica si è  trattato una “distrazione osteogenetica”, cioè l’allungamento  progressivo della mandibola con l’ausilio di distrattori applicati  internamente ed esternamente, tecnica utilizzata frequentemente in  ortopedia. Un intervento chirurgico molto complesso in un osso grande  quanto un dito mignolo e senza toccare muscoli e nervi sottilissimi. 
Alberto Bianchi è stato tra i primi italiani a operare con questa  tecnica. “Il direttore generale Gaetano Sirna –spiega il chirurgo- è  stato subito d’accordo con la decisione presa in virtù di un lavoro di  squadra con i miei colleghi Di Benedetto, Astuto, Falsaperla, La  Mantia e della responsabile dell’Utin Mary Betta, subito disponibili  ad affrontare il percorso insieme. Abbiamo fatto arrivare dalla  Germania i distrattori personalizzati e fatti su misura e così abbiamo  proceduto nel reparto di chirurgia pediatrica del Rodolico”. Il piccolo paziente da qualche giorno è stato estubato, ha cominciato  la fisioterapia per la deglutizione e, manifestando grande forza, ha  cominciato a bere il latte della mamma. I sanitari hanno così deciso  di dimetterlo.
  “Tra febbraio e marzo si farà l’intervento per togliere i  distrattori che dovranno rimanere per altri tre mesi e si deciderà  come proseguire. Con l’allungamento della mandibola e la chiusura del  palato, sarà la lingua, ricondotta alla posizione naturale, a  costituire il vero motore della crescita del bambino” conclude il  direttore Bianchi che rivendica con orgoglio l’inserimento  dell’azienda tra i centri di eccellenza italiani del settore ad opera  della Società Italiana di Labio Palatoschisi (SILPS).
 

Mercoledì, 22 Dicembre 2021