Prevenzione del gioco d’azzardo il progetto dell’ASP di Palermo. All’istituto Ascione la fase conclusiva

“Una Scommessa su di noi: interventi di prevenzione e percorsi di cura del GAP e delle dipendenze dalle nuove tecnologie”, questo il titolo del progetto di prevenzione della Dipendenza da Gioco, condotto dall’UOC Dipendenze Patologiche dell’ASP di Palermo.
L’iniziativa ha visto coinvolti circa 1.500 studenti, tra i 12 e i 16 anni, delle scuole medie secondarie di città e provincia con l’obiettivo di sviluppare negli adolescenti una consapevolezza rispetto ai rischi del gioco d’azzardo. Oggi, lunedì 30 maggio, alle ore 9 nell’Istituto Ascione di Palermo si è tenuta la manifestazione conclusiva della prima fase del progetto, nel corso del quale sono stati presentati i lavori laboratoriali delle classi coinvolte.
“Il setting scolastico rappresenta, in assoluto, il luogo più efficace per promuovere, migliorare e proteggere la salute della popolazione, partendo proprio dall'infanzia e dall’adolescenza" – a dirlo è la dott.ssa Daniela Segreto, Dirigente ad interim Servizio 5 promozione della salute e comunicazione Dasoe.
“In questo contesto – prosegue Daniela Segreto - parlare liberamente di temi quali la prevenzione della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, va nella giusta direzione, quella dell'approccio globale alla salute, che prevede una forte correlazione tra istruzione, legalità e salute. Le evidenze scientifiche infatti rilevano che gli ambienti in cui è forte una cultura della legalità sono meno inclini a favorire situazioni patologiche quali le dipendenze da sostanza e da comportamenti”, conclude la dirigente.
“È scientificamente dimostrata – ha sottolineato la Responsabile del progetto, Francesca Picone - la correlazione tra cognizione erronea del gioco d’azzardo e l’insorgenza di un problema di dipendenza da gioco. In particolare tra i più giovani, la differenza tra gioco d’azzardo e gioco di abilità è poco percepita, perché manca una chiara comprensione delle leggi matematiche che stanno dietro il caso e le scommesse. Occorre, quindi, intervenire precocemente sulle cognizioni erronee e promuovere, come fattori protettivi, le ‘life skills’ degli studenti, sviluppando in particolare il loro pensiero critico, il problem solving e la loro capacità di prendere decisioni in condizioni di incertezza, coinvolgendo, se disponibili, anche i docenti quali ‘moltiplicatori di risorse’ e quali figure educative fondamentali per trasmettere messaggi di promozione della salute”.