Tumore della tiroide

Regione Siciliana Assessorato della Salute


Il carcinoma della tiroide è la più comune neoplasia endocrina e rappresenta l’1-2 % di tutte le neoplasie maligne, con un picco di incidenza intorno ai 40-45 anni di età nelle donne e 55-60 anni negli uomini ed un rapporto uomo-donna di circa 1: 3.

L’incidenza di questa neoplasia è aumentata progressivamente in molte regioni del mondo nelle ultime tre decadi classificandosi oggi come il 4° cancro più frequente nelle donne.

Questo aumento dell'incidenza è stato determinato prevalentemente dall'aumento di diagnosi del carcinoma papillare della tiroide, il tipo istologico più comune e meno aggressivo. Le ragioni di un aumento di incidenza così marcato possono essere ricondotte all’uso sempre più frequente nella pratica clinica dell’ecografia e dell’esame citologico tramite agoaspirazione (FNAB) che porterebbe ad “un eccesso di diagnosi” di tumori tiroidei indolenti e con un potenziale di progressione limitato. Tuttavia negli ultimi anni si è anche osservato un incremento dell’incidenza di carcinomi tiroidei di grandi dimensioni e con caratteristiche istopatologiche di aggressività tale da far definire l’incremento di diagnosi questa neoplasia “non apparente ma reale”.

In Italia il tasso di incidenza è di 5.2 casi per 100.000 abitanti per anno nelle donne e 15.5 negli uomini. In Sicilia, il tumore della tiroide si colloca con quasi 700 casi medi annui, al terzo posto per frequenza fra i tumori maggiormente diagnosticati nelle donne siciliane, rappresentando il 6,1% del totale. Nel sesso maschile i tumori della tiroide rappresentano l'1,9% del totale dei tumori.

La mortalità per carcinoma tiroideo è stata stabile per molti anni e pari a circa 0.5 casi per 100.000 abitanti/anno.  In Italia la mortalità per carcinoma tiroideo rappresenta lo 0.5% dei decessi totali nelle donne e lo 0.2% negli uomini. In Sicilia le neoplasie della tiroide determinano una quota di decessi pari a 32 donne siciliane (in media ogni anno) e 21 uomini.

Come per la maggior parte delle neoplasie solide, anche per i tumori della tiroide l’eziologia sembra essere multifattoriale e secondaria all’interazione tra fattori di rischio ambientali (pregressa esposizione a radiazioni ionizzanti, apporto iodico, area geografica di residenza) e fattori di rischio legati al paziente (familiarità positiva per neoplasia tiroidea, preesistente patologia tiroidea benigna, sesso e fattori ormonali). Il ruolo dei fattori ambientali (carcinogeni ed “endocrine disruptors”) come responsabili di un aumentato rischio di inizio/progressione della cancerogenesi tiroidea non può essere escluso. Oltre ai noti fattori di rischio, come le radiazioni ionizzanti e la carenza iodica, le aree vulcaniche sono associate ad un’elevata incidenza di questa neoplasia come osservato nelle aree vulcaniche basaltiche del Giappone, delle Filippine, dell’Islanda, delle isole Hawaii e dell’Etna. L’incidenza del carcinoma tiroideo è infatti significativamente più elevata nell’area vulcanica dell’Etna rispetto a quella osservata nelle aree non vulcaniche della Sicilia.

Recentemente è stato approvato il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale, per la diagnosi ed il trattamento del tumore della tiroide nel quale sono stati definiti i modelli organizzativi più idonei per rispondere con efficienza ed efficacia alla richiesta di salute dei pazienti affetti da questa patologia con l’obiettivo di garantire uniformità nel percorso assistenziale, favorire il coordinamento e condivisione tra servizi/unità operative ospedaliere e territoriali, pubbliche e private, coinvolte e valorizzare le risorse presenti in tutto l’ambito Regionale realizzando una vera Rete operativa.